Codex Purpureus Rossanensis
Evangelario mutilo, di formato cm 26 x cm 30,7, contenente il Vangelo di Matteo e di Marco fino al versetto 14 dell’ultimo capitolo, nonché parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli, scritto in greco su 188 fogli di pergamena di colore rossoporpora (donde il nome Purpureus), in caratteri onciali (maiuscola biblica) su due colonne di 20 righe, di cui le prime tre di colore oro e le restanti di colore argento, con 15 illustrazioni di grandissimo valore storico-artistico, nell’ordine: Resurrezione di Lazzaro (tav. I); Ingresso di Gesù in Gerusalemme (tav. II); Gesù scaccia i venditori dal Tempio (tav. III); Parabola delle 10 Vergini (tav. IV); Ultima Cena (tav. V); Comunione col Pane (tav. VI); Comunione col vino (tav. VII); Gesù nell’orto del Getsemani (tav. VIII); Canone dei Vangeli (tav. IX); Lettera di Eusebio a Carpiano (tav. X); Guarigione del cieco nato (tav. XI); Parabola del Buon Samaritano (tav. XII); Gesù davanti a Pilato (tav. XIII); Gesù e Barabba (XIV); S. Marco Evangelista (tav. XV). Risale al V-VI sec. e proviene quasi sicuramente da Antiochia di Siria (anche se di recente è stata avanzata l’ipotesi della sua fattura in Cesarea di Palestina). A portarlo a Rossano furono probabilmente monaci melkiti provenienti dall’Oriente che sfuggivano alle persecuzioni dei musulmani. E’ custodito nel locale Museo Diocesano d’Arte Sacra. Per consistenza e qualità, risulta essere il migliore di altri due codici purpurei greci: il Genesis, custodito nella Biblioteca Nazionale di Vienna e il Sinopense, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi.